Come più volte sostenuto da diversi operatori del settore, la Bce ha deciso di ridurre ulteriormente il costo del denaro in area Euro dello 0,25%, generando così un nuovo taglio dei tassi di interesse dal 3% al 2,75% (rif. Euribor 3M). Il processo disinflazionista è avviato.
L’ inflazione è in discesa, seppur non ancora in linea con l’obiettivo del consiglio direttivo a medio termine, che pone il target nel corso dell’anno al 2%.
Il mercato immobiliare italiano, già in buona ripresa dalla fine dello scorso anno, continua a sostenere una domanda in crescita, superiore all’offerta disponibile.
Il pronostico, a medio termine, è di una stabilizzazione dei tassi di interesse con quindi maggiore possibilità di accesso al credito, elemento chiave per l’acquisto di immobili. Le banche, infatti, sono sempre più aperte alla concessione dei mutui/finanziamenti e potrebbero stimolare ulteriormente la domanda del mercato immobiliare che è certamente sensibile alle riduzioni in agenda. Già nel terzo trimestre 2024 la quota di compravendite residenziali finanziate con un mutuo era salita al 44,1%, valore più alto degli ultimi due anni. Considerando l’andamento previsto ad oggi dei tassi di interesse, il mercato prevede un calo dell’ Euribor 3 mesi fino al 2,10% entro il primo trimestre 2026 con previsione di erogazioni finanziamenti in crescita nel 2025 del +10,6% e maggiori nei prossimi anni. Con questo scenario, i tassi di interesse potrebbero raggiungere l’obiettivo del 2,5% ad Aprile e ridursi al 2% entro Giugno prospettando un’interessante ribasso all’1,5% per la fine di quest’anno.

Che mutuo conviene fare oggi, fisso o variabile?
Con l’annunciata discesa dei tassi, il dibattito tra la scelta di un mutuo a tasso fisso o mutuo a tasso variabile si intensifica.
Storicamente il tasso variabile è più conveniente rispetto al tasso fisso, per via del minore interesse applicato, ma può comportare aumenti repentini di rata.
Con la forbice attuale, però, il tasso variabile risulta dopo diversi mesi, più alto; nei prossimi 6 mesi la situazione prospettata potrebbe invece ribaltarsi.
Ad oggi il tasso fisso porta in dote rate mensili più basse ma entro la fine del 2025, l’EURIBOR (indice su cui si basa il tasso variabile) potrà offrire una riduzione di rata e quindi una maggiore richiesta di questa tipologia di mutui. E’ opportuno comunque non sottovalutare i rischi, in quanto il tasso fisso incorpora un’assicurazione contro ogni turbolenza finanziaria, per tutta la durata del mutuo, al contrario della rata goduta con un mutuo a tasso variabile, che può aumentare dal 30% fino al 50% in casi di forte stress dei mercati finanziari.
Un trend emergente ed in forte espansione è quello dei MUTUI GREEN dedicati all’acquisto di immobili ad alta efficienza energetica. Le Banche offrono condizioni agevolate, sia per i tassi fissi che per quelli variabili, con sconti significativi, apprezzando la scelta del cliente.
Ad esempio, è possibile ottenere riduzioni dello 0,35/0,45% rispetto ai tassi standard così da rendere questa opzione particolarmente interessante per chi desidera acquistare una casa sostenibile o ristrutturare il proprio immobile migliorandone le prestazioni energetiche.
Di fronte a questa possibilità di risparmio, le richieste per questi finanziamenti ipotecari, rappresentano all’incirca il 30% del totale delle domande per un mutuo.
Quando i nuovi possibili tagli?
La Bce è pronta ad apportare nuove variazioni sui tassi d’interesse, attesi principalmente nel prossimo marzo e con buona probabilità nel mese di giugno. SI confida che entro il mese di dicembre, si possano attendere ulteriori annunci da parte delle autorità economiche europee, per ribadire quanto abbiamo scritto sopra rispetto alla tendenza annuale.
In linea generale possiamo comunque affermare di assistere ad una situazione più che favorevole per i mutui in Italia, in quanto le rate dei finanziamenti si sono ridotte rispetto agli ultimi anni e continueranno a calare (anche per quanto riguarda il tasso variabile) generando un impatto positivo sul potere di acquisto delle famiglie e garantendo un risparmio ai consumatori.
Inoltre, la forte concorrenza tra gli Istituti di Credito, porterà a mutui ancora più accessibili.
Il 2025 si prospetta per tutte queste condizioni, anno giusto per riprendere gli investimenti immobiliari e per far approcciare nuovamente e con forza le giovani coppie all’acquisto della loro Prima Casa.