Mercato Immobiliare nell'era del post Covid
- Redazione IN&CO
- 6 giu
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Da sempre i grandi eventi e i cambiamenti delle condizioni economiche condizionano la vita ed il modo di abitare; l’Italia ha, infatti, vissuto importanti trasformazioni in ambito immobiliare già a partire dagli anni Cinquanta.

A seguito del boom economico nel secondo Dopoguerra e dell’improvvisa espansione edilizia, le planimetrie delle abitazioni subirono grandi cambiamenti: le metrature diventarono più ampie, creando divisioni nette tra la zona giorno e la zona notte.
Nei successivi anni Settanta e Ottanta, l’influenza dello stile di vita e dei loft newyorkesi fu predominante; gli architetti italiani iniziarono ad introdurre il concetto di open space e stili industrial e casual nei loro progetti. La suddivisione degli spazi abitativi lasciò via via sempre più spazio ad uno stile di vita e ad un ambiente domestico più fluido, ricercando spazi multifunzionali, con le cucine che diventano sempre più spesso a vista ed integrate nella zona living.
Tra gli anni Novanta ed il nuovo millennio, l’incertezza in campo lavorativo e l’esigenza di spostarsi verso le grandi città fecero retrocedere le tendenze abitative della popolazione. I locali iniziarono a ridursi e nacque la necessità di ridistribuire ed ottimizzare gli spazi. Vennero introdotte soluzioni innovative come pareti attrezzate, bagni ciechi e soppalchi, dando vita così ad una nuova era nel settore del design d’interni.

Nel 2020 il mercato immobiliare italiano ha vissuto un periodo certamente atipico durante la pandemia di Covid-19. Gli effetti della crisi sanitaria globale hanno avuto un impatto immediato e significativo sulle compravendite di immobili, sui mutui e, in generale, sull’intero settore immobiliare.
Dopo anni di fermo dovuti alla crisi economica del 2008, i prezzi degli immobili, soprattutto nelle grandi città come Milano, Roma e Firenze, erano in costante aumento, sostenuti da una domanda crescente soprattutto nel settore residenziale; i tassi d' interesse dei mutui erano ai minimi storici, favorendo così sia l’acquisto di prime case che di seconde abitazioni come investimento.
Con l’arrivo del Covid-19 in Italia, tutto è cambiato. Il primo lockdown ha provocato un arresto quasi totale delle attività economiche, incluso il settore immobiliare, con conseguente crollo delle compravendite.
Nel secondo semestre del 2021, molti investitori hanno iniziato a riaggredire il mercato, attratti dai prezzi più bassi e dalle prospettive di una ripresa economica. Tutto questo ha contribuito ad una stabilizzazione dei prezzi e ad un aumento delle transazioni, soprattutto nelle grandi città e nelle aree turistiche di pregio.
Con l’aumento dello smart working e della didattica a distanza, in gran parte spinti dalla pandemia, le famiglie hanno modificato i parametri di ricerca delle abitazioni iniziando a richiedere case più grandi, con giardini o terrazzo e spazi interni flessibili che potessero adattarsi alle nuove esigenze quotidiane. La rivalutazione della funzionalità e del comfort della casa, ha spinto verso una riprogettazione degli ambienti guidata da un profondo bisogno di benessere.
La flessibilità è diventata la parola d'ordine, con un’attenzione particolare sugli ambienti che possono essere riconfigurati per ospitare diverse attività, senza rinunciare al comfort.
Un crescente interesse, inoltre, per le seconde case o le proprietà per le vacanze è scaturito dalla crescente priorità data dai lavoratori al lavoro flessibile e da remoto.

La sensibilità verso l’ambiente e il benessere personale è cresciuta notevolmente negli ultimi anni, e la pandemia ha ulteriormente accelerato questa tendenza.
Gli acquirenti post-pandemia sono più attenti alle soluzioni abitative che promuovono la sostenibilità, la riduzione dell'impatto ambientale e il risparmio energetico. Le case ad alta efficienza energetica, dotate di impianti fotovoltaici, sistemi di recupero dell’acqua piovana e isolamento termico avanzato, hanno guadagnato consensi. La pandemia ha messo in evidenza l'importanza di vivere in ambienti sani e salubri, e le case che offrono queste caratteristiche sono sempre più apprezzate.
Gli appartamenti, dal prossimo futuro, dovranno essere sempre più pensati non solo come luoghi in cui vivere, ma anche come spazi multifunzionali in grado di supportare il lavoro, la socialità e il benessere degli abitanti. Le tendenze abitative post-pandemia rappresentano quindi una chiave importante per capire come evolverà il mercato nei prossimi anni, offrendo nuove opportunità sia per gli acquirenti che per gli investitori.
Costruire le case del futuro sarà la sfida più concreta che la nostra società dovrà affrontare e per la quale ha già mosso diversi passi al fine di essere competitiva non solo in ambito nazionale ma soprattutto in quello europeo.